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Disused railways: an optimal solution to support cycle tourism

L’Italia è un paese ricco di paesaggi meravigliosi che meritano di essere scoperti, visitati e assaporati a 360 grandi.

Esperienze enogastronomiche, arte, musei, viste mozzafiato e natura avvolgente.

Il nostro Paese è anche ricco di percorsi e di elementi con un potenziale completamente inespresso che possono sostenere perfettamente il cicloturismo: le ferrovie dismesse.

 

Ad oggi sono 1.000 i km che hanno cambiato destinazione d’uso e che hanno portato enormi benefici al territorio: valorizzazione dei territori, nuove energie economiche locali e la creazione di nuove attività e infrastrutture.

The Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, ha stimato circa 5.000 Km di percorsi ferroviari dai quali sarebbe possibile ricavare bellissime piste ciclabili dando un grandissimo contributo al cicloturismo e a un concetto di vacanza lento e sostenibile.

Antonio Dalla Venezia, coordinatore regionale di FIAB Veneto, ha spiegato che recuperare il territorio con la nascita di nuove piste ciclabili dipende da numerosi fattori.

Innanzitutto dalla lunghezza del recupero e dal fatto che la pista in questione sia parte di un percorso più lungo e articolato, capace di attirare più utenti.

A decretare il successo del percorso è anche la raggiungibilità della pista e dallo stato di manutenzione.

Pedalare dove una volta passava un treno è una grande emozione, poterlo fare in completa sicurezza poi, significa poter godere a pieno dell’esperienza e delle meraviglie che ci circondano.

Per questo motivo la manutenzione è importantissima e, quando questa non viene effettuata, la struttura perde di interesse entrando sempre più nel dimenticatoio.

 

Uno dei percorsi più belli ricavati da un percorso ferroviario è quello ricavato lungo i 51 km dalla pittoresca ferrovia Spoleto-Norcia.

Percorribile con una E-Gravel, una e-trekking o una e-mtb, questo percorso si sviluppa fino al cuore dell’Umbria, tra fiumi e paesi affascinanti, in direzione del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

In Friuli Venezia -Giulia, invece, la Tarvisio-Venzone-Gemona, lunga 60 km, è un percorso che si avvale di un interessante servizio intermodale che mette a disposizione centinaia di posti bici ogni giorno su diversi treni.

Oltre al tracciato, sono state recuperate due stazioni lungo il percorso, quella di Ugovizza e quella di Chiusaforte, ad oggi ospitanti punti ristoro, uffici informazioni e servizi riparazioni e noleggio.

Un altro percorso degno di nota è quello Ospedaletti-Sanremo- San Lorenzo al Mare in Liguria, dove ogni anno passano più di un milione di persone  e in pochi anni sono nate tantissime infrastrutture e servizi dedicati al cicloturismo.

Questo percorso è stato ricavato dal vecchio tracciato ferroviario della ciclabile dei Fiori ed è un percorso interamente pianeggiante ed asfaltato, adatto a ciclisti di ogni età.

Uno dei percorsi più conosciuti, infine, è in Alto Adige e si sviluppa in Valle Isarco.

Molti tratti del percorso sono stati ricavati dalla vecchia ferrovia Brennero-Bolzano che sono stati modernizzati e adattati in piste ciclabili.

Lungo questo percorso non si può perdere la Val di Flares, percorsa da un tratto affascinante della vecchia ferrovia con gallerie e tornanti, Bressanone, una delle cittadine più belle dell’Alto Adige e Chiusa, antica città doganale, dove merita una visita il bellissimo Monastero di Sabiona.

La conversione delle ferrovie dismesse non è solo un’ottima soluzione di riqualificazione del territorio e di sostegno al cicloturismo, ma permette a tutti di beneficiare di un’esperienza unica, pedalando nella memoria di romantici tratti solcati da vecchi treni e godere di emozioni differenti dalla solita routine.

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