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Quante cose cambieranno dopo il COVID-19?

Quando finalmente riusciremo ad entrare nella famosa e agognata “Fase 3”, ci riaffacceremo ad un mondo sicuramente differente.

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Quando finalmente riusciremo ad entrare nella famosa e agognata “Fase 3”, ci riaffacceremo ad un mondo sicuramente differente.

E così viene da chiedersi quanto le nostre abitudini cambieranno, quanto potranno cambiare le relazioni tra le persone ed anche quanto potrà cambiare il nostro modo di muoverci.

Perché sì, cambierà inevitabilmente anche la mobilità, il “come” potremo finalmente spostarci dalle nostre quattro mura, che ci hanno protetto in questo lungo periodo di quarantena.

Pensiamo ai mezzi pubblici, agli autobus, ai tram, alla metropolitana: alla quantità enorme di persone al loro interno negli orari di punta.

Prima della Fase di contenimento estremo, solo a Milano circa 750.000 persone utilizzavano regolarmente i mezzi di trasporto pubblici; ora il solo pensiero ci farebbe rabbrividire.

Le aziende di trasporto pubblico dovranno tenere conto di questo timore, dovranno predisporre accessi limitati all’interno dei veicoli, ingressi contingentati alle fermate, distanze di sicurezza all’interno delle vetture.

Pensiamo ai disagi che tutto questo genererà, ai tempi biblici per accedere ai mezzi pubblici per recarsi ai propri posti di lavoro.

Davvero oltre 750.000 persone saranno disposte a rinunciare al loro tempo prezioso, sprecandolo in inutili e interminabili code?

Tantissime città del mondo si stanno organizzando in modo alternativo: dalla lontana Bogotà che ha introdotto 100 chilometri di piste ciclabili temporanee alla più vicina Londra dove il servizio di Bike Sharing è gratuito per gli operatori sanitari.

La società statunitense Lyft, azienda che si occupa di trasporti, ha previsto scontistiche per gli abbonamenti dedicati al bike sharing nelle città di Chicago, Boston e New York.

Città del Messico sta valutando l’aumento di piste ciclabili di almeno quattro volte quelle già esistenti e nella Grande Mela si è assistito ad un considerevole aumento di persone che preferiscono muoversi in bicicletta piuttosto che usare affollati mezzi pubblici.

In tantissime città del mondo l’uso della bicicletta è in costante aumento, soprattutto dopo lo scoppio di questa grande pandemia e molte ciclo-officine sono rimaste aperte perché considerate “esercizi indispensabili”.

Vogliamo ora parlare della questione ambientale e dell’inquinamento?

Le immagini dei satelliti della NASA e dell’ESA, agenzia spaziale Europea, hanno osservato un drastico calo di diossido di azoto e riduzioni di particolato da traffico automobilistico.

Un’aria più pulita e più salubre che, da quanto emergerebbe da diverse ricerche svolte sul tema, ridurrebbe il rischio di ammalarsi di malattie come il Covid 19.

E in Italia?

Anche noi dovremmo riflettere su tutto questo, dovremmo capire che esiste un’alternativa alle code, all’affollamento dei mezzi pubblici, allo smog, all’inquinamento, al rischio di ammalarsi.

Esiste eccome un’alternativa: si chiama BICICLETTA, come tanti paesi hanno capito prima di noi.

Un mezzo straordinario per spostarsi, per fare movimento, per vivere all’aria aperta e che è possibile usare rispettando le giuste distanze gli uni dagli altri.

Non vi sembra una valida soluzione alla viabilità “post Covid-19?

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