Sono 200.000 i chilometri di canali presenti lungo lo Stivale.
Risorse che possono potenzialmente rivoluzionarie per arricchire il territorio, offrendo nuove e utili infrastrutture perfette per pendolari e cicloturisti.
Questo è uno dei tanti dati che hanno reso possibile l’accordo tra FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), ANBI (Associazione Nazionale degli Enti di Bonifica e Irrigazione), CIREM – Centro Interuniversitario di Ricerche Economiche e di Mobilità dell’Università di Cagliari e Politecnico di Torino – Dipartimento di Architettura e Design (DAD).
Nella settimana del 25 Settembre -3 Ottobre, proprio a ridosso della settimana Nazionale della Bonifica e dell’irrigazione, gli stessi enti hanno presentato un documento che raccoglie “gli indirizzi per una legge nazionale sul recupero a fini ciclabili delle vie d’acqua”.
Il network potenziale di vie d’acqua ciclabili deve, per forza di cose, fare i conti con difficoltà, spesso burocratiche e tecniche che ne hanno impedito finora la valorizzazione adeguata.
Da tenere conto c’è anche la difformità normativa, causata dal fatto che esistono vari enti competenti dei corsi d’acqua, come Regioni, Consorzi di Bonifica, Autorità di Bacino e, proprio per questo motivo FIAB, ANBI, CIREM e DAD si sono impegnati per voltare pagina e offrire un terreno di sviluppo alla politica.
Per ragionare sul patrimonio in questione bisogna anzitutto iniziare dalla legge n. 2/2018, che ha infatti previsto il recupero a fini ciclabili, con destinazione a uso pubblico, delle strade arginali di fiumi, torrenti, laghi e canali, comprese le opere di bonifica, gli acquedotti, le reti energetiche, le condotte fognarie, i ponti dismessi e gli altri manufatti stradali. Da qui bisogna partire per strutturare un quadro nazionale normativo all’altezza.
Nel documento congiunto, i soggetti firmatari hanno raccolto alcuni casi virtuosi, per riconoscere ed evidenziare il lavoro fatto finora.
Tra questi, vengono citate la Legge Regionale 31/2008 della Regione Lombardia “Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale” e la Legge Regionale in Toscana n. 41/2018 “Disposizioni in materia di rischio alluvioni e di tutela dei corsi d’acqua in attuazione del Dlgs 23/02/2010”.
Entrambe le leggi volgono in una giusta direzione per vie d’acqua ciclabili, soluzione, che ad oggi, potrebbe agevolare le persone nei tragitti in sella alle proprie e-bike, oltre che ad utilizzare il territorio dismesso in modo eco-sostenibile e bike friendly.
“È quindi necessario – si legge nelle linee guida – disporre di linee guida nazionali che permettano di coordinare tra loro gli interventi procedurali relativi alla realizzazione delle ciclovie orientandoli verso un concreto rapporto di salvaguardia dei caratteri di queste infrastrutture. Una normativa nazionale dovrebbe quindi contenere specifiche indicazioni anche di natura procedurale che indichino i processi conoscitivi del bene e le relazioni e le relazioni che devono intercorrere tra le nuove opere necessarie e i caratteri architettonici delle opere presenti”.
FONTE: FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta)