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Francia e Italia, insieme per il turismo lento e sostenibile

Il Monviso, detto anche Re di Pietra, è la montagna più alta delle Alpi Cozie e diventato patrimonio dell’UNESCO come riserva della biosfera transfrontaliera con la Francia.

Inoltre, dal 2016, questo fa parte del Parco Naturale del Monviso sul Settore italiano, mentre, su quello francese, è parte del Parco Naturale del Queyras.

Il Monviso, quindi, rappresenta un ponte tra le due comunità, che da tempo collaborano per migliorare lo sviluppo sostenibile dei territori e dei sistemi economico-sociali.

Il primo progetto che ha unito i due territori è stato VéloViso, un progetto teso a rafforzare l’offerta cicloturistica creando 125 percorsi e 3 mila km in bici intorno al Monviso, una rete cicloturistica per sportivi e famiglie che coinvolge 6 valli della Provincia di Cuneo e 4 francesi.

Forte dei grandi risultati ottenuti, Francia prosegue con il Piano Integrato Territoriale Terres Monviso (PITs): l’obiettivo del progetto è creare e promuovere una destinazione tristica intorno al Monviso, mettendo in sinergia i territori del saluzzese e delle sei valli da Po a Stura con tre comunità dei Comuni francesi Guillestre-Queyras, Ubaye-SP, Serre-Ponçon.

Per cercare di unire e integrare il sistema turistico Italia – Francia, e fare in modo che il progetto porti ottimi risultati, l’iniziativa verrà suddivisa così: sul lato italiano verrà installato un sistema di sette porte di valle dove sarà possibile trovare informazioni turistiche, prodotti del territorio, noleggi e-bike, bus, guide e mappe.

Sul lato francese, invece, mezzi mobili spingeranno l’attenzione sull’outdoor e il turismo dolce, valorizzando la storia, la cultura e la qualità dei prodotti locali.

Questi luoghi, meravigliosi e poco abitati, sono perfetti per essere scoperti in e-bike: boschi, panorami, natura rifugi. Perfetti sia per un turismo dolce e familiare ma ance tecnico per sportivi.

In quest’ottica, la candidatura di Saluzzo – Monviso a Capitale Italiana della Cultura 2024 assume una denotazione ancora più importante: è la prima volta, infatti, che un territorio alpino si candida non solo come naturalistico, ma anche come territorio di innovazione e cultura.

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